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Il futuro della Sicurezza nell’industria 4.0 nelle parole del consulente Flavio Dimauro

In un’epoca che vede l’innovazione correre spedita ad alta velocità in tutti i settori del vivere quotidiano, anche la Sicurezza sul Lavoro è chiamata a non restare a guardare. Già da qualche anno, ormai, siamo entrati nell’orbita di una serie di processi che superano la mera automazione nella produttività e guardano sempre più decisi alla digitalizzazione. Si parla di industria 4.0, definita come l’adozione industriale di nuove tecnologie per migliorare condizioni di lavoro, produttività e qualità.

L’espressione prende il nome dal piano di investimenti del governo tedesco (Hannover, 2011) atto ad ammodernare il sistema industriale. I risultati ottenuti dalle nuove tecnologie applicate all’industria sono soddisfacenti e hanno portato a parlare di quarta rivoluzione industriale, un ulteriore step dopo il passaggio, in seguito a quelli dalla meccanizzazione alla catena di montaggio per la produzione di massa alla computerizzazione. Adesso a farla da padrone sono i sistemi cibernetici, che abbracciano l’ottimizzazione delle informazioni (analytics, big data, open data, cloud computing), la connettività tra i sistemi (internet of things, intelligenza artificiale, machine learnig, machine to machine), la produzione rapida (tecniche additive, stampa 3d, automazione e robotica) e l’efficienza energetica (materiali innovativi, nuovi sistemi di stoccaggio, pro-sumer).

industria 4.0E la sicurezza dove si colloca? L’Industria 4.0 inevitabilmente impatterà nel mondo del lavoro su: management, tempi e metodi di lavoro, occupazione, orari, fino ai timori psicologici di una collaborazione uomo-macchina non più pacifica.” – ci spiega il consulente di CDA per la Sicurezza sul Lavoro e le Certificazioni di Qualità e Ambiente, ing. Flavio Dimauro“Ci si chiede se tale spinta innovativa riguarderà anche il settore della sicurezza sul lavoro e quali effetti l’industria 4.0 avrà sui lavoratori che resteranno ancora ”umani”. In effetti è proprio così. La robotica (uno dei pilastri dell’industria 4.0) entrerà sempre più nella smart production (produzione intelligente), collaborando a stretto contatto con l’uomo. I robot collaborativi (Cobot) sono pensati e progettati per lavorare e imparare insieme all’uomo, senza barriere, fianco a fianco. Quindi ci si ritroverà ad avere veri e propri colleghi robot, pronti ad imparare da noi, eseguendo i lavori più pesanti che richiedono ripetibilità ed efficienza e senza sbagliare un colpo. Nasceranno nuove tipologie di rischio, nuove forme di lavoro (il telelavoro è già una realtà), nuovi fattori di stress, come ad esempio il cosiddetto tecnostress: “sindrome da stress causata dalla risposta che l’individuo mette in atto nel momento in cui si trova a dover gestire la forma di conoscenza più complessa e il flusso informativo offerti dalle nuove tecnologie” (Regosa, 2016). Bisognerà di conseguenza capire come misurare il rischio stress lavoro correlato, che pone le sue basi proprio sul rapporto con i colleghi e sui carichi emotivo-relazionali”.

Con il passare degli anni e l’accrescere di novità tecnologiche e cibernetiche, anche le normative hanno cominciato ad adeguarsi. “In ambito robotica” – prosegue Flavio Dimauro – “è bene ricordare che esiste la specifica tecnica per la sicurezza la ISO/TS 15066: 2016 “Robots and roboti devices collaborative robots”, che si concentra sui nuovi rischi dovuti all’interazione uomo-robot. Il documento è il riferimento per i criteri di progettazione e per la valutazione dei rischi generati dall’utilizzo dei robot e relative misure di prevenzione e protezione da adottare. Lo stesso Parlamento Europeo si sta muovendo, chiedendo alla Commissione europea, una regolamentazione sul rapporto uomo-robot, invitando ad individuare anche un quadro delle responsabilità civili e penali”.

Ma che tipo di valutazione è possibile attuare in merito alla Sicurezza sul Lavoro ai tempi dell’industria 4.0? “C’è da dire che i vantaggi e le prospettive dell’industria 4.0” – conclude il nostro consulente – “fanno tendere l’ago della bilancia a favore di quest’ultima grazie a: minori carichi di lavoro, maggiore flessibilità, ridotti time to market, ridotti tempi di set-up, riduzione degli scarti, efficienza energetica e ambientale, elevata qualità e innovazione. Proprio l’innovazione, inoltre, dovrebbe essere positiva per la sicurezza e la normativa stessa impone l’innovazione. Basti pensare al datore di lavoro che nelle scelte aziendali deve adottare le soluzioni tecnologicamente migliori al fine di garantire crescenti livelli di sicurezza.

L’industria 4.0, la robotica e tutte le tecnologie in generale, non sono altro che strumenti.  Sta all’uomo progettarli, idearli, governarli e ovviamente sceglierli con l’obbiettivo di migliorare continuamente (anche le condizioni di sicurezza del lavoratore)”.