Repairman fixing air conditioner unit

Sicurezza nei luoghi di lavoro in estate: la manutenzione dei condizionatori contro il rischio Legionella

Per quanto possa apparire talvolta assurdo o poco scientifico, sono numerose le ricerche che si interessano delle modalità con cui i dipendenti e i colleghi condividono i luoghi di lavoro. Molte di esse forniscono indicazioni interessanti e di stampo prevalentemente sociale e sociologico, riguardanti l’utilizzo comune di spazi, utensili e strumenti. Con l’estate alle porte, uno tra i più citati è quello riguardante i condizionatori, croce e delizia del rapporto tra i colleghi, ma non solo.

La refrigerazione dei locali ad uso lavorativo attraverso apparecchi di condizionamento, rimasti a lungo inutilizzati e privi di opportuna manutenzione, può essere causa di malattie e rischi connessi, a opera, in particolar modo, della Legionella, un batterio che colonizza frequentemente gli impianti di refrigerazione. Citata anche nel Titolo X del D. Lgs 81/2008, la Legionella è classificata al gruppo 2 tra gli agenti patogeni, pertanto i pericoli di esposizione necessitano di tutte le misure di sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti.

È bene precisare che si tratta di un rischio relativo ai luoghi di lavoro, in quanto nei condizionatori split di uso domestico, all’interno dell’acqua di condensa, non insorgono problemi legati al batterio della Legionella, poiché l’acqua in uso deriva dalla condensazione del vapore acqueo.

Tornando al pericolo di legionellosi, si tratta di una malattia contraibile per via respiratoria mediante inalazione di sospensioni nebulizzate contenenti il batterio, oppure di particelle derivate per essiccamento, ed è considerata una delle cause della polmonite, soprattutto se concorre con variabili come l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, l’immunodeficienza. Tra i sistemi maggiormente contraenti, invece, vi sono gli impianti idrici, gli impianti di climatizzazione dell’aria (torri di raffreddamento, sistemi di ventilazione e condizionamento dell’aria, ecc.), le apparecchiature per la terapia respiratoria assistita e gli idromassaggi. In particolare, numerosi studi in letteratura hanno dimostrato l’associazione tra la contaminazione da Legionella, con il corrispettivo rischio di contrarre l’infezione in persone a rischio, e la non corretta manutenzione e pulizia dei condizionatori ed impianti di raffreddamento.

Pertanto, è fondamentale fare ricorso a misure di prevenzione, come un adeguato monitoraggio dei condizionatori e un’idonea manutenzione, al fine di limitare il rischio di contagio alla popolazione, che spesso ignora completamente suddetti pericoli. Nel dettaglio, quali possono essere le migliori misure di prevenzione? Eccone alcune, suggerite da Aiello.

Prima su tutte, la pulizia dei filtri degli impianti di condizionamento, oltre alla pulizia e disinfezione dei serbatoi di accumulo dell’acqua. “La pulizia dei filtri dovrebbe essere effettuata sempre all’inizio della stagione estiva, prima di avviare l’impianto per la prima volta, successivamente è sufficiente ripeterla una volta al mese. Per effettuare una corretta pulizia, è necessario smontare i filtri e lavarli con acqua o con prodotti igienizzanti, secondo il libretto di uso e manutenzione del dispositivo. In caso di usura o di danni evidenti, occorre sostituirli del tutto. È in tutti i casi buona abitudine quella di arieggiare i locali, perché la sensazione di refrigerio può mascherare l’aria viziata”.

Ci sono, inoltre, degli accorgimenti altrettanti utili, che, pur potendo essere riferiti anche a uffici e luoghi di lavoro generici, sono indirizzati particolarmente a strutture sanitarie, turistiche e sportive.

Si tratta dello shock termico, che consiste nel mantenere la temperatura dell’acqua calda oltre i 60 gradi per più di 30 minuti, tutti i giorni, dal momento che la Legionella a questa temperatura non può sopravvivere; della clorazione dell’acqua, in quanto il cloro è un agente ossidante che è stato utilizzato con successo per il controllo igienico-sanitario delle acque potabili (l’inattivazione e la soppressione di L. pneumophila richiedono una concentrazione costante di cloro superiore a 3 mg/L); della scelta dei materiali impiegati. Metalli infatti come il rame e l’argento sono noti agenti battericidi e l’effetto è dovuto alla loro azione sulla parete cellulare del microrganismo con conseguente distorsione della permeabilità cellulare che, unita alla denaturazione proteica, porta le cellule alla lisi e alla morte”.