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SSL: La rappresentanza dei lavoratori nello studio europeo ESENER 2

Pur se ormai datata circa un paio d’anni, l’indagine ESENER 2 rappresenta ancor oggi uno dei più importanti punti di riferimento in materia di tutela degli interessi dei lavoratori in merito a salute e sicurezza percepite in ambito professionale e produttivo. Voluto e promosso dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), lo studio si è avvalso di una serie di interviste, condotte in 143 imprese campione, appartenenti a sette Stati membri dell’UE: Belgio, Estonia, Grecia, Paesi Bassi, Spagna e Svezia, più il Regno Unito, che, al momento delle rilevazioni, non aveva ancora tenuto il referendum sulla Brexit.

Con la doverosa premessa di considerazione la continua evoluzione dai cambiamenti delle condizioni socio-economiche per i lavoratori in Europa, ESENER 2 ha fotografato un quadro che esplora quattro aree di sicurezza e salute sul lavoro (SSL): l’orientamento generale dell’azienda circa la gestione della SSL, le modalità di approccio nei confronti dell’emergente area dei rischi psicosociali, i principali incentivi ed ostacoli alla gestione della SSL, l’implementazione pratica della partecipazione dei lavoratori nella gestione della SSL. Lo scopo è stato fornire dati comparabili a livello nazionale per contribuire alla definizione delle politiche e favorire una maggiore efficacia nell’affrontare i rischi nei luoghi di lavoro.

Tra i fattori di rischio identificati più di frequente è stata evidenziata la gestione di clienti, studenti o pazienti difficili (58% delle imprese nell’UE a 28 membri), seguita da posizioni stancanti o dolorose (56%) e movimenti ripetitivi della mano o del braccio (52%). I fattori di rischio psicosociale sono stati percepiti come più difficili di altri, con circa un’impresa su cinque che ha a che fare con clienti difficili o è soggetta alla pressione del tempo e non ha le informazioni o gli strumenti adeguati per far fronte a tali rischi in modo efficace.

In tutte le situazioni, inoltre, è emersa l’importanza della relazione tra l’impegno del datore di lavoro a favorire approcci partecipativi e la rappresentanza dei lavoratori. Se i responsabili di azienda riescono a inserire nel sistema organizzazioni dei lavoratori e rappresentanti qualificati e bene informati, l’intero contesto lavorativo ne beneficia con migliori pratiche in materia di gestione della Salute e sicurezza sul lavoro. Tuttavia, la rappresentanza dei lavoratori nel settore della SSL è attualmente in declino in Europa.

Può sembrare un paradosso, ma l’inserimento di nuove ed efficaci prassi opportunamente canalizzate e gestite nei contesti lavorativi, quali i sistemi di gestione, dove la responsabilità è accentrata in dirigenti ed esperti, sta penalizzando il ricorso alla rappresentanza dei lavoratori. La causa principale di questa situazione ancora una volta sembra essere la crisi economica. Le imprese con pratiche di rappresentanza dei lavoratori migliori sono maggiormente diffuse in Svezia, Belgio e Paesi Bassi, Paesi dove i sindacati e altre istituzioni organizzate nel campo del lavoro continuano a vantare una forte presenza, diversamente da quanto rilevato, per esempio, in Grecia e Spagna, dove si sono registrati addirittura tagli alle risorse destinate alla SSL.

Una fotografia con troppi chiaroscuri, quindi, ma che lascia comunque tanta rilevanza al valore della rappresentanza dei lavoratori, universalmente considerato uno degli aspetti principali del miglioramento generale degli aspetti di sicurezza in azienda.