Il successo di un’impresa dipende molto dal sistema di pianificazione e controllo nella gestione aziendale. Il processo produttivo deve essere programmato e gestito attraverso uno strumento fondamentale: il controllo di gestione. Comunemente questo accade nelle grandi aziende mentre in quelle medie, piccole e micro l’utilizzo di questa tecnica di controllo fa fatica ad affermarsi.
In paesi come l’Italia, dove le micro e piccole imprese rappresentano la maggior parte del sistema economico, questa situazione assume una certa importanza.
Nelle aziende di minori dimensioni, infatti, si nota di frequente l’assenza della figura del controller. Solitamente, infatti, in questa tipologia di imprese tutto è incentrato nelle mani dell’imprenditore, sia dal punto di vista operativo che decisivo, ed è chiaramente una situazione poco agevole e soprattutto non gestibile in condizioni di mercato fortemente dinamiche come quelle degli ultimi anni, caratterizzate anche da una crescete pressione sui prezzi.
Cosa, quest’ultima, che impone un rigido controllo dei costi per non comprimere eccessivamente i margini di redditività. Per una positiva crescita di un’azienda, il controllo di gestione, quindi, è necessario a prescindere dalla dimensione.
Se internamente non esistono figure adeguate al compito, l’imprenditore non può accentrare tutto su di se, poiché rischia di perdere di vista il raggiungimento degli obiettivi aziendali divenendo un vincolo più che una risorsa per la sua impresa. L’accentramento, inoltre, non garantisce di risolvere il problema di conseguire un monitoraggio adeguato delle attività aziendali.
L’efficacia e la realizzazione di tutte quelle soluzioni organizzative e strategiche attraverso le quali l’impresa acquisisce vantaggi, non potrebbero che risentire, in entrambi i casi, della mancanza di un chiaro e preciso controllo di gestione.
Potrebbe, in questi casi, essere auspicabile la scelta di un consulente esterno che supporti l’imprenditore o l’ufficio amministrativo.